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19 febbraio 2017 7 19 /02 /febbraio /2017 13:38

Ieri sera, era sabato, in streaming ho visto il film Manchester by the sea. Il terzo film che vedo che è in corsa per Oscar 2017. Primi due non mi sembravano gran che, specialmente Arrival; mi è sembrato di vedere la stessa storia raccontata l'ennesima volta. Ed anche peggio delle altre trattazioni dell'arrivo degli alieni sulla Terra. Tornando alla pellicola di ieri sera, anche quello non mi ha entusiasmato. Lenta da morire e l'attore principale totalmente spento. Su quest'ultimo so che qualcuno difenderebbe la prestazione con la tematica del film, ma a me non è piaciuta. Un film fatto bene ma noioso. Dopo, per scacciare via la noiosità il regista si è rivolto a qualche trucco. Da metà del film ogni tanto si sentiva qualche bella canzone in sottofondo e io dicevo: finalmente qualcosa di carino.

Stamattina mi sono svegliato alle 11. Complimenti a me stesso. Non ho niente di importante di fare oggi e così mi sono permesso un riposo prolungato. Lo faccio in pratica tutti i sabati e le domeniche, quando non lavoro. Non è che in settimana mi sveglio molto presto e dormo poco, perciò devo recuperare il sonno prezioso. Cerco di essere onesto con me stesso: si tratta semplicemente della pigrizia. Prima un caffè e la sigaretta mattutina. Cosa faccio adesso? Davanti a me, sul tavolino di vetro, si trova il libro di un nostro amico. Parla della vita dei contadini russi nel medioevo. SI trova qui perché mi è stato regalato dall'autore. Non ho mai pensato di leggerlo ma adesso lo sfoglio. Quasi, quasi ero meglio il film di ieri sera. Chi se ne frega come i contadini russi si difendevano dalle mosche. Dopo una pagina e mezza chiudo il libro e lo sposto sullo scafale; così non occupa più il tavolino.

Accendo il televisore. E' rimasto da ieri sera sull'entrata HDMI; collego il portatile per guardare in streaming. Scelgo uno dei canali con le notizie nonstop. Vediamo cosa succede in questo mondo. Sullo schermo trova quel signore toscano che negli ultimi 2, 3 anni si vedeva quotidianamente. Da dicembre scorso è sparito, ma sta preparando un ritorno, alla grande. Almeno così pensa lui. Capisco che si tratta dell'assemblea nazionale del PD. Mi sono svegliato in tempo per vedere l'oratore principale. Se lo sentivo per la prima volta, probabilmente mi piaceva. Così era all'inizio, prima di aver capito la sua vera natura. Si sforza di apparire umile. Un po' tutti, anche i suoi più fedeli, gli hanno contestato l'arroganza e gli hanno consigliato più umiltà. Se vide che si sta sforzando, ma ogni tanto la vera natura esce fuori. Senti che dice una cosa, ma ti sembra di sentire soltanto un continuo io, io, io... 

Tuona contro la scissione. Non perché gli dispiacerebbe, al contrario; non avere tra i piedi certa gente per lui sarebbe un dono di dio. Ma è cosciente che in questo modo perderebbe un bel po' di voti, e lui è là proprio per questo: per racimolarli tanti, in tutti i modi possibili. Dichiara che stava pensando di ritirarsi, ma dopo una profonda riflessione è arrivato alla conclusione che sarebbe una sconfitta per la democrazia. Non suo, ma della democrazia. Tradotto in italiano: lui è la democrazia. Non sono religioso, ma mi viene spontaneo di fare una preghiera al nostro creatore: fagli capire che è veramente. Non ci sarebbe niente da fare. Le persone non cambiano ma sempre pensano che quello che non sono riuscite da fare ieri potranno fare domani. Non riescono mai a capire i loro limiti. C'è un bel libro degli anni 70. Era un ottimo ragioniere, ma quando è stato promosso e diventato il capo d'ufficio si è rivelato un disastro. Si, perché per essere un ottimo impiegato ci vogliono certe caratteristiche, ma per fare il capo sono necessarie le altre.

Come piace a lui, ha iniziato a parlare dei programmi. Niente di concreto, ma così tirando fuori a caso gli argomenti (molto vaghi). Nel capo delle fonti alternative energetiche si possono affrontare le nuove sfide e creare i nuovi posti di lavoro, tuona dal palcoscenico. Ma nei tuoi mille giorni non potevi già fare queste cose ed abbassare la disoccupazione? Parole, parole, parole. Se mi riconfermate come segretario del PD ed il candidato premier per le prossime elezioni farò quello che non ho fatto prima. La gente ci cascherà, ne sono sicuro. Lui gioca su questa carta.

Ma non basta. Vista la possibilità di perdere una fetta del suo elettorato, occorre conquistare la gente che normalmente vota qualcun altro. Così cambia il registro e si trasforma in un grillo. Le parole molto dolci, toccanti, convincente, come soltanto lui sa fare. Noi vogliamo introdurre il redito della cittadinanza, perché oggi è una necessità. Occorre dare una mano a quelli meno fortunati e sostenerli nella loro ricerca di un lavoro. In faccia al fatto che non poco tempo fa diceva che questa cosa è impossibile da fare. Ma noi lo conosciamo. Il suo pensiero non è lineare, ma si curva sul lato dove si passa più facilmente.

Si dirà anche due parole sulla giustizia e sulla legalità in questo paese? Sul fatto che Italia non è un paese del diritto? Perché se lo Stato paga i suoi debiti verso i fornitori con ritardi che a volte superano 3 anni (la legge dice che il massimo è 6 mesi). Non è un bel esempio per i sudditi. Ti consegno la merce e ti devo dare anche i soldi, cioè versarti l'IVA ed aspettare mesi e anni che tu esegui la tua parte di contratto, cioè il pagamento di quello che hai ottenuta, perché dovrei sentirmi in obbligo di rispettare le leggi che tu per primo ignori? E no, di questo non si parla signori miei.
 

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